Otto Karvonen: Iniziativa canto d’uccello

24 settembre - 05 ottobre 2019
a cura di Riikka Vainio

Martedì 24 settembre 2019 alle ore 19.00 la Fondazione Pastificio Cerere presenta Iniziativa canto d’uccello, personale dell’artista finlandese Otto Karvonen, a cura di Riikka Vainio. La mostra sarà allestita presso lo Spazio Molini, ricavato dal recupero dell’antico mulino del Pastificio Cerere.

L’artista ripropone a Roma la performance Iniziativa canto d’uccello, svolta per la prima volta a Vienna nel 2018, con cui riflette sui programmi politici anti-immigrazione diffusi negli ultimi anni in Europa, dove i partiti populisti di estrema destra hanno preso sempre più potere. Karvonen uguaglia lo status degli uccelli e richiedenti asilo, suggerendo provocatoriamente nuove restrizioni linguistiche per i volatili migratori, che dovrebbero imparare la canzone dell’uccello nazionale locale per ottenere il permesso di soggiorno.

In mostra saranno presentati, attraverso una video-installazione, i risultati della performance svolta a giugno 2019 nelle strade e nelle piazze di Roma, durante la quale l’artista ha intervistato i cittadini e i passanti ponendo domande sugli stranieri e sugli uccelli migratori, sulla lingua e sul canto dei volatili. Il lavoro affronta il tema del linguaggio come elemento portante dell’identità nazionale e allo stesso tempo come mezzo di inclusione ed esclusione.

Il progetto è patrocinato dall’Ambasciata di Finlandia a Roma ed è stato reso possibile grazie al sostegno di Frame Contemporary Art Finland.

La mostra è inserita nel programma SuomIngorgo, progetto a cura di Riikka Vainio che vedrà la partecipazione di diversi artisti finlandesi in mostre presso gallerie e fondazioni della capitale nell’autunno 2019.

[leggi il comunicato stampa]

[leggi il programma di SuomIngorgo]

4_OttoKarvonen_BirdsongInitiative_FPC

4_OttoKarvonen_BirdsongInitiative_FPC
Immagine 1 di 4

Otto Karvonen, Birdsong Initiative, 2019. Installation view at Fondazione Pastificio Cerere - Spazio Molini for SuomIngorgo. Photo credits: Andrea Veneri