Mercoledì 18 giugno 2025 la Fondazione Pastificio Cerere presenta Timeline Shift, mostra collettiva della quarta edizione del Re:humanism Art Prize, a cura di Daniela Cotimbo.
La mostra sarà visitabile dal 19 giugno al 30 luglio 2025.
Re:humanism Art Prize è il premio istituito nel 2018 dall’associazione culturale Re:humanism per esplorare la relazione tra arte e intelligenza artificiale, aperto a tutte le artiste e a tutti gli artisti professionisti, senza limiti di età o provenienza geografica.
In mostra, saranno presenti le opere dei dieci finalisti selezionati attraverso l’open call lanciata lo scorso inverno, che hanno affrontato con originalità e spirito critico il tema del tempo, oltre al vincitore del Premio APA. Attraverso una riflessione profonda sull’intelligenza artificiale, i progetti esposti mettono in discussione la visione occidentale del tempo – lineare, progressiva e funzionale alla produttività – per proporne una rilettura plurale, sincronica e rituale.
Timeline Shift – letteralmente “spostamento della sequenza temporale” – intende sfidare le logiche estrattive di dati e risorse che guidano oggi lo sviluppo dell’AI, aprendo la strada a modelli tecnologici più etici, sostenibili e inclusivi. Le opere presentano prospettive speculative, poetiche e politiche, capaci di decostruire i sistemi di valore dominanti e generare nuovi orizzonti di pensiero.
La giuria che ha decretato i vincitori era composta da: Alfredo Adamo, Lorenzo Balbi, Alice Bucknell, Claudia Cavalieri, Daniela Cotimbo, Niccolò Fano, Anika Meier, Paolo Paglia, Federica Patti, Walter Quattrociocchi, Diva Tommei e Joanna Zylinska.
Il primo premio della categoria MAIN PRIZE di questa edizione è stato assegnato al collettivo Lo-Def Film Factory del duo Francois Knoetze e Amy Louise Wilson, con Concept Drift, un ambiente immersivo e interattivo che intreccia videogioco, archivio visivo e narrazione postcoloniale.
Il secondo premio è andato invece a Isabel Merchante con One Day I Saw the Sunset Ten Thousand Times, una riflessione poetica sulla meccanizzazione della percezione e la riproducibilità digitale del naturale.
Al terzo posto l’artista Minne Atairu con Da Braidr, una “start-up concettuale” che utilizza l’AI per valorizzare l’economia micro-imprenditoriale della produzione di trecce afro, mentre decostruisce le retoriche promozionali dell’AI all’interno del discorso tecnocapitalista.
Gli altri artisti vincitori sono: Federica Di Pietrantonio con Net Runner 01, Adam Cole e Gregor Petrikovič con Me vs. You, Amanda E. Metzger con Ever, Esther Hunziker con Screen Tests, Daniel Shanken con The Pits, il collettivo IOCOSE con AI-Ludd e Kian Peng Ong con Cloud Scripts.
Il Premio APA è stato invece assegnato a Franz Rosati per il suo progetto DATALAKE:CONTINGENCY, che presenta scenari generati dall’AI in costante mutamento, evocando il conflitto tra natura e tecnologia e il loro tentativo di coesistenza.
Infine, il premio Digitalive di Romaeuropa è andato a Valerie Tameu con il progetto Metabolo II: Orynthia. La performance affronta la relazione tra intelligenza artificiale, ecosistemi naturali e tradizioni culturali attraverso una lente decoloniale e post-antropocentrica, utilizzando l’acqua come simbolo della diaspora africana e delle storie di dislocamento.
In occasione dell’opening ufficiale, saranno presentate anche due installazioni realizzate dagli studenti del biennio di Multimedia Arts & Design di RUFA – Rome University of Fine Arts, ospitate all’interno del RUFA Space, situato accanto agli spazi della Fondazione Pastificio Cerere.